Avvenire di Calabria

Diocesi: mons. Nerbini (Prato), “legame tra Chiesa e città si va stringendo anche nel presente e nel futuro”

di Redazione Web

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“Questo dono ricorda quanto la città è legata a Maria e alla Chiesa di Prato”. Lo ha detto ieri il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, rivolgendosi alla sindaca Ilaria Bugetti che, al termine del pontificale nella Cappella del Sacro Cingolo ha offerto a nome del Comune i ceri votivi per illuminarla. “Per noi questo – ha sottolineato il presule – non è un segno che appartiene al passato, a una storia gloriosa che affonda le sue radici nei secoli e che ha connotato la nostra città anche nella sua conformazione, ma il segno di un legame che si va stringendo anche nel presente e nel futuro. Questa collaborazione è nel segno della città e di tutti coloro che la abitano, che qui gioiscono e qui soffrono”.
La messa solenne è stata presieduta in cattedrale da mons. Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari, invitato dal vescovo Nerbini a guidare le celebrazioni della festa. “Siamo chiamati a essere pellegrini di speranza”, ha affermato mons. Mani nell’omelia citando le parole usate da Papa Francesco nel decreto di indizione del Giubileo. Pur vivendo tempi difficili – “Maria, i tuoi figli si stanno uccidendo, il cielo è pieno di droni e di missili e noi dovremmo far festa? Forse dovremmo piangere” – mons. Mani ha sottolineato che “la speranza è Dio e Dio è il Dio dell’impossibile. Così rispose l’Angelo a Maria, sconvolta per la notizia che doveva diventare mamma senza conoscere uomo, niente di più assurdo: tutto è possibile a Dio. Ecco perché non siamo matti a far festa in queste circostanze in cui viviamo, perché abbiamo la speranza della vittoria del bene e chiamiamo Maria nostra speranza”. Poi un ricordo di mons. Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato scomparso due anni fa e amico d’infanzia di mons. Mani, definito dal presule “testimone di speranza, fede e fiducia in Dio”.
Al termine della messa l’antico rito dell’ostensione, officiato da mons. Mani, alla presenza di due testimoni: il prefetto di Prato, Michela Savina La Iacona, e la sindaca di Mussolente, Ellena Bontorin, Comune vicentino legato a quello di Prato da un patto di amicizia. Per tre volte, come previsto dal cerimoniale, la Sacra Cintola è stata mostrata ai fedeli dalla loggia interna, detta “del Ghirlandaio”, e all’esterno dal pulpito di Donatello.

Fonte: Agensir

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