Avvenire di Calabria

Diocesi: mons. Ciollaro (Cerignola), “ancora non riusciamo ad assicurare dignità e condizioni umane ai lavoratori stagionali”. Auspicio è che il prossimo anno “andrà molto meglio”

di Redazione Web

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“Gioisco pienamente nel Signore, canta il popolo di Cerignola rallegrandosi per la speciale vicinanza di Maria, attraverso questa veneratissima Icona della Madonna di Ripalta. Gioia scaturita da una devozione filiale, sedimentata da secoli tra la nostra gente, popolo che sempre si rigenera in tanti cuori”. Lo ha detto ieri mattina il vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, mons. Fabio Ciollaro, nella festa della Madonna di Ripalta, protettrice della diocesi. Il presule ha citato la novena in preparazione alla fesa ed in particolare la Novena-giovani, “l’abbraccio pieno di affetto con cui tanti ragazzi hanno circondato questa dolce Immagine. Ed è stata commovente la carezza con cui hanno sfiorato – ha detto una sua copia i detenuti cerignolani, a cui l’abbiamo recata venerdì mattina nel carcere di Foggia!”. Nella vita – ha aggiunto mons. Ciollaro – “ci sono le gioie umane, grandi o piccole, e tutte vanno accolte con riconoscenza. Penso alla gioia contagiosa di centinaia di bambini e ragazzi, e dei loro giovani animatori nelle settimane di oratorio estivo in parrocchia, oppure alla gioia degli scout in giro con i loro capi, oppure dei ragazzi più grandi che hanno partecipato ai campi-scuola in varie località, e lodo i nostri sacerdoti che li hanno guidati con dedizione paterna. Allargo però l’orizzonte, e penso anche ad altre gioie che si possono gustare nella vita: ad esempio, le vittorie sportive ottenute con sacrificio e lealtà, i successi nel lavoro o nello studio, la soddisfazione del dovere compiuto, il portare a casa un pane onesto, il tepore della famiglia unita, la gioia del servizio e del vero volontariato, il godimento del silenzio, o della musica che eleva o della natura che incanta, la gioia delle amicizie coltivate e durature, e altre ancora. Sì, nella vita – ha detto il presule – ci sono anche le semplici gioie che ci danno sollievo nel cammino e ne siamo grati. Eppure, alle gioie umane manca sempre qualcosa. Quell’avverbio pienamente, che abbiamo cantato, resta sempre una meta da raggiungere”. Mons. Ciollaro ha voluto anche ricordare Hyso Telharai, ragazzo albanese di ventidue anni, arrivato in Italia col sogno di un diploma da geometra e che, per mantenersi, aveva cominciato a lavorare come bracciante nella raccolta dei pomodori nelle nostre campagne: “Opponendosi ai soprusi dei caporali, fu massacrato di botte e venticinque anni fa come oggi, 8 settembre, morì in solitudine a Cerignola. E noi ancora non riusciamo ad assicurare dignità e condizioni umane ai lavoratori stagionali di cui abbiamo bisogno, come si sta ripetendo anche quest’anno”. Mons. Ciollaro auspica che il prossimo anno “se il cielo ci darà vita”, ritrovarsi nel giorno della festa patronale e dire in riferimento alle necessità dei braccianti stagionali: “Quest’anno è andata molto meglio”: “Si può fare. Unendo le forze e i cuori qui sul posto, e con il concorso degli enti di livello più alto, si può fare! E, allora, i titolari delle aziende agricole, la Civica Amministrazione, la Caritas diocesana, le parrocchie, le Forze dell’Ordine, tutti insieme avremo modo di sorridere per i passi in avanti realizzati. E sarà più gioiosa la nostra festa patronale”.

Fonte: Agensir

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