Avvenire di Calabria

Diocesi: mons. Caiazzo (Matera-Irsina e Tricarico), “siamo tutti viandanti nel tempo più tragico dell’umantà”

di Redazione Web

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È dedicata alla speranza la nuova lettera di mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ai fedeli delle diocesi di Matera-Irsina e di Tricarico in vista del Giubileo che Papa Francesco ha indetto per il 2025. “Siamo tutti viandanti in un mondo che corre e che non ha tempo per fermarsi, ascoltare, vedere, toccare la vita. Anzi viviamo il tempo più tragico dell’umanità a causa del disprezzo dell’esistenza”, si legge nella lettera, dal titolo: Viandanti della speranza nelle nostre chiese locali”.  “Gli scenari di guerra che allargano sempre più i loro orizzonti, procurano morte di migliaia di innocenti e distruzione”, scrive il presule: “Cresce nella nostra nazione il numero di quanti pongono fine alla propria vita (preoccupa il numero crescente di giovani e giovanissimi) o a quella dei propri familiari, conseguenza della mancanza di un vero e profondo senso della vita, che invece ha le sue radici nell’amore infinito. E cosa dire dei milioni di aborti procurati? Dell’utero in affitto e della vita surrogata?”. E ancora: C’è un mondo virtuale che ci sta rubando la gioia di vivere, volontà perverse che ci manipolano, conducendoci dove vogliono loro. Bisogna allertare insieme mente e occhi per essere in grado di distinguere ciò che ci dà vita da ciò che procura morte. Senza dimenticare l’ideologia gender che tanti danni sta procurando a bambini e adolescenti ai quali vengono suscitati dubbi identitari così profondi, radicali, astratti”. “La risurrezione di Cristo è il cuore generante della speranza cristiana”, sottolinea nella sua lettera pastorale mons. Caiazzo che poi aggiunge: “Oggi, ancora una volta, come Chiesa nel nostro territorio di Matera-Irsina e di Tricarico, siamo chiamati a guardare le tante mani inaridite, le tante paralisi spirituali, la disperazione dalle tante grida di dolore a causa di ingiustizie, per essere sanati dalla presenza viva e reale di Gesù nell’Eucaristia che ci dice di tendere a lui tutte le mani. Questa è la nostra speranza”.

Fonte: Agensir

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