Avvenire di Calabria

Suor Elena Troiano e Gaetano Versace saranno i coordinatori di questo progetto

Diocesi, millenials e spiritualità: la via maestra del servizio

Redazione Web

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Un nuovo «germoglio» per la Chiesa reggina. Il nuovo progetto “Caritas e giovani” sarà presentato martedì 23 ottobre, dalle 17, presso l’aula magna del Seminario arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria. L’iniziativa sarà introdotta da don Antonino Pangallo, direttore della Caritas diocesana di Reggio Calabria – Bova. Durante l’incontro rivolto agli operatori parrocchiali sarà, quindi, presentato questo nuovo percorso coordinato da suor Elena Troiano e Gaetano Versace che abbiamo incontrato per farci spiegare nel dettaglio questa nuova iniziativa.

«L’idea nasce dopo il convegno nazionale di Padova con tutte le Caritas diocesane – spiega Gaetano Versace – riprendendo un tema di ampio respiro nazionale che è appunto quello del coinvolgimento dei giovani nelle comunità locali: in diocesi, però, mancava un collante diretto tra giovani e Caritas. Proprio per questo abbiamo immaginato di creare una equipe diocesana, coinvolgendo anche i giovani del Servizio civile nazionale». L’obiettivo è quello di «visitare le zone pastorali per comprendere meglio che esperienze ci sono in giro per il territorio diocesano e, soprattutto, per stimolare un’osservazione più tangibile dei bisogni dei diversi quartieri». Insomma, un risposta operativa al grande lavoro operato su scala diocesana, col Sinodo voluto da monsignor Morosini, che ha anticipato l’incontro mondiale che si sta celebrando in questi giorni a Roma su input di Papa Francesco.

«Sono anni che a livello di Pastorale giovanile diocesana ci interroghiamo su come coinvolgere i giovani; – ci dice suor Elena Troiano – mentre si provano grandi iniziative che vogliono trasmettere un messaggio attraverso le testimonianze fortemente evocative, questi eventi non riscontrano un grande riscontro. I ragazzi non rispondono a questi spunti: oggi non è più il tempo di curare soltanto “i vicini”, ma occorre andare a cercare i giovani che si pongono le domande senza trovare punti di riferimento. Sono tantissimi, infatti, i ragazzi che si dichiarano atei o distanti che in realtà sono molto vicini al mondo della carità. La carità, infatti, può fare da gancio col territorio: questo punto di vista più dinamico migliora le relazioni di chi si metta in cammino nella sequela di Cristo. Nasce da qui l’esigenza di garantire un percorso di questo tipo».

Cosa dovranno aspettare, quindi, i giovani reggini da questa nuova esperienza? «L’incontro col povero è il mezzo più forte per incontrare Gesù Cristo» afferma Versace che lancia un messaggio ai ragazzi: «Guardatevi attorno, c’è bisogno anche di voi. Dietro ogni persona c’è un volto da scoprire e dietro quel volto c’è sempre il volto di Cristo».

Partendo da questo assunto, suor Elena Troiano specifica come il percorso immaginato «sarà l’occasione per annunciare a chi già opera nell’ambito della Caritas del progetto nascente. Prevediamo la formazione di una equipe composta soltanto da giovani e poi sviluppare insieme i modi e i tempi in cui opereremo, quali format applicare negli incontri, come raggiungere le periferie. Un’altra iniziativa che vorremo realizzare è l’animazione della giornata mondiale dei poveri del prossimo 18 novembre. Qualcosa in questo senso sta nascendo». Infine, un pensiero sulle “piazze virtuali”, altri luoghi di incontro in cui agganciare i millenials.

«I Social network hanno di positivo l’immediatezza attraverso i linguaggi propri del web; questo può rappresentare una “scossa”. D’altronde – evidenzia suor Elena – il limite di questi strumenti è l’individualismo esasperato: se pure arrivasse una provocazione forte, il problema è che ciascuno lo rielabora a suo modo. Invece attraverso il servizio, esercitando l’arte del “dono”, tutto questo si incarna e si concretizza. La verità – conclude l’alcantarina – è che serve sempre il contatto umano, il camminare accanto all’altro».

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