Fondazione Ambrosianeum: Milano, “Cristiani testimoni, a confronto con Carlo Maria Martini”
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La diocesi di Imola entra a far parte della “Comunità energetica rinnovabile Ecologia Integrale”, costituita dalla diocesi di Faenza-Modigliana e da altri enti ecclesiastici. Questo primo passo – si legge in un comunicato congiunto delle due Chiese locali – rappresenta per tutta la diocesi imolese “un segno tangibile di un percorso di discernimento, approfondimenti ed incontri fatti all’interno dell’Ufficio pastorale Lavoro e ambiente, nato con l’obiettivo di attuare le indicazioni della Settimana sociale dei Cattolici di Taranto del 2021 che metteva l’ambiente e l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco al centro – sottolinea il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti –. Infatti ‘ecologia integrale’ è un concetto chiave dell’enciclica: tutto è connesso, la cura del Creato infatti ha implicazioni positive non solo sull’ambiente, ma è legata a questioni di giustizia sociale ed economica”.
In una società sempre più individualistica, piena di conflitti e divisioni, evidenzia il presule, “crediamo fortemente che rimettersi insieme, condividere un percorso, fare comunità, sia urgente e necessario per la salute precaria della nostra società. Nello specifico la Comunità energetica va oltre, è un processo popolare, il cittadino diventa ‘prosumer’, cioè produttore e consumatore di energia. Questo modello favorisce una partecipazione attiva alla vita comunitaria, rafforza i legami sociali e promuove la giustizia energetica. Così è possibile costruire un futuro sostenibile e solidale, dove l’energia non è solo una risorsa, ma un bene comune condiviso”.
La comunità energetica, nata a Faenza, ma abbracciata negli intenti da Imola, è il risultato di un impegno condiviso tra parrocchie, famiglie, imprenditori e varie realtà del territorio. L’energia che verrà prodotta con i pannelli fotovoltaici sui tetti di parrocchie e strutture ecclesiali, con il coinvolgimento di privati, aziende e comunità, non solo soddisferà il fabbisogno energetico, ma contribuirà anche a ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e a combattere la povertà energetica. Con la diocesi di Faenza, precisano da Imola, “è stata trovata una grande condivisione di valori e di intenti, per questo motivo è stato facile fare comunità e mettersi insieme per lavorare per il bene comune.
L’equipe è al lavoro per delineare le regole operative della Cer, insieme ai tecnici si stanno individuando i siti di produzione e studiando la suddivisione del territorio e della rete elettrica in cabine primarie. In fase di elaborazione anche un piano industriale e di rientro degli investimenti, consapevoli che per concretizzare quanto detto occorre elaborare un progetto sostenibile anche sul piano economico”.
“Adesso è tempo che tutte le parrocchie, le scuole, le associazioni e le famiglie della nostra diocesi partecipino attivamente a questo progetto – conclude il vescovo di Imola –. Siamo chiamati a vivere questa trasformazione non solo come un cambiamento tecnico, ma come un percorso di crescita spirituale e comunitaria. Ogni contributo, grande o piccolo, sarà prezioso per costruire insieme un futuro più giusto e sostenibile. La nostra comunità energetica è un segno tangibile della nostra fede in azione. È un modo concreto di rispondere all’appello di Papa Francesco per una conversione ecologica, promuovendo la sostenibilità e la giustizia sociale”.
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