Avvenire di Calabria

Diocesi: Caritas Imola, nel 2023 incontrati dal centro di ascolto 839 nuclei familiari

di Redazione Web

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Durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi, lunedì 29 luglio, in vescovado la Caritas diocesana di Imola ha presentato il Bilancio sulle povertà e risorse relativo all’anno 2023. Un anno fortemente caratterizzato dall’emergenza alluvione che ha interessato il territorio della diocesi di Imola e di tutta la Romagna nel maggio 2023.
In totale sono stati 839 i nuclei familiari incontrati dal centro di ascolto diocesano, per un totale di circa 1.700 persone. Una cifra che tocca i 5mila se si considerano anche i centri d’ascolto delle 21 Caritas parrocchiali attive nel territorio diocesano. Di questi accessi il 56,8% è relativo a persone extra Unione europea, mentre gli italiani sono il 40%.
“Il 2023 è stato l’ennesimo anno caratterizzato da una grave emergenza, che in questo caso ha messo a dura prova il nostro territorio e i suoi abitanti in modo diretto. L’alluvione, così estesa e di cui i danni si stanno prolungando nel tempo, ha però dimostrato come il nostro tessuto sociale sia coeso e capace di tirar fuori energie inaspettate. Dietro a questi numeri ci sono persone, storie, volontari che si mettono in ascolto e una rete di relazioni – sottolinea il direttore della Caritas diocesana di Imola, Alessandro Zanoni -. In questo scenario, come Chiesa e come Caritas, il nostro primo compito non è assistere, ma educare e animare le comunità. Costituire una rete sociale per operare con quanti hanno a cuore che le persone in difficoltà siano protagoniste della loro vita, cogliendone i bisogni e le risorse e stimolando una circolarità della solidarietà che includa tutti”.
Tra le tendenze rilevate dal Rapporto Caritas nel quadriennio post-Covid emerge come la solitudine generi povertà: quasi la metà dei nuclei familiari in difficoltà sono composti da una sola persona. E con un’età sempre più alta. La metà delle famiglie incontrate dal centro d’ascolto (circa 400) vive in condizioni abitative precarie, con affitti in nero o “in appoggio” ad altri conoscenti.

Fonte: Agensir

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