Fondazione Ambrosianeum: Milano, “Cristiani testimoni, a confronto con Carlo Maria Martini”
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Il primo ottobre di tredici anni fa il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, faceva il suo ingresso in diocesi. Nel giorno dell’anniversario della sua ordinazione episcopale, anche quest’anno come ormai da tradizione, il pastore acese consegna le indicazioni pastorali ai fedeli nella basilica cattedrale. “La responsabilità di decidere” è il tema scelto dal vescovo Raspanti che così sottolinea nel suo messaggio: “La comunità cristiana ha il dovere di promuovere la pace sociale e la concordia, soprattutto in un contesto caratterizzato da episodi crescenti di aggressività e violenza in luoghi pubblici come scuole, ospedali, tribunali e sui social media. In particolare, i laici sono chiamati a vivere e diffondere il Vangelo, contribuendo alla costruzione di una società più giusta”.
Il percorso del Cammino sinodale, che culminerà nel prossimo novembre con l’Assemblea sinodale nazionale, ancora si intreccia con la visita pastorale nelle parrocchie, permettendo di approfondire temi cruciali quali la formazione alla fede e la corresponsabilità. Continua il presule: “Essere operatori di pace significa agire con responsabilità, testimoniando i valori cristiani attraverso il proprio stile di vita. Tuttavia, la missione che ci è affidata resta chiara: testimoniare il Vangelo con coraggio e responsabilità per costruire un domani pieno di speranza”. La Chiesa è pronta anche a vivere l’Anno giubilare, che in diocesi avrà inizio il 29 dicembre in cattedrale. “La speranza non delude” è il motto del Giubileo e ognuno di noi è invitato a riscoprire la riconciliazione e il perdono, offrendo un orizzonte di speranza alle nuove generazioni. “La nostra Caritas e le parrocchie – afferma il vescovo – si impegneranno in progetti educativi per i giovani, mirando a coltivare fiducia e speranza”.
Dopo la consegna delle indicazioni pastorali, il vescovo Raspanti ha ringraziato il Signore per questi anni trascorsi insieme in diocesi e nell’omelia ha sottolineato come le prove della vita e le esperienze di smarrimento e tenebre facciano sembrare Dio sia assente: “Anche quando non ‘sentiamo’ Dio, Egli continua a lavorare in noi, trasformando il dolore in strumenti di grazia. La missione cristiana è vivere la Pasqua di Gesù, riconoscendo che anche nelle tenebre c’è una luce nascosta, una promessa di salvezza”.
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