Avvenire di Calabria

Corridoi umanitari: dai campi profughi del Libano a Comiso, la storia di una famiglia ospitata da una parrocchia e dalla Comunità Islamica

di Redazione Web

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Giunta attraverso i corridoi umanitari, una famiglia di rifugiati siriani – una coppia con i loro figli di 10 anni e quattro mesi –, è stata “adottata” dalla città di Comiso. Alcune famiglie e associazioni della parrocchia Santa Maria delle Stelle hanno aderito al progetto “Operazione Colomba”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, con vari partner come la Chiesa Valdese e la Papa Giovanni XXIII. Tante le sigle associative che sostengono l’iniziativa: il gruppo Agesci Comiso 1, la Società San Vincenzo de’ Paoli, l’Azione Cattolica, l’associazione Yhomisus, la Fondazione San Giovanni battista, il Centro missionario diocesano, l’Ufficio Migrantes. Collaborano anche l’associazione islamica “Al – Zaytouna” e il comune di Comiso.

Una società sportiva, l’Ardens ha messo a disposizione il pulmino che è partito per Roma per condurre a Comiso la famiglia siriana. Venerdì scorso, nel salone della chiesa di Sant’Antonio, la famiglia Tamer è stata presentata alla città.

L’iniziativa è stata denominata “Un soffio di pace … tra venti di guerra”. A presentare il progetto sono stati don Innocenzo Mascali, parroco di Santa Maria delle Stelle, don Fabio Stracquadaini, parroco della chiesa Madonna delle Grazie, Abdelhamid Jebari, presidente dell’associazione islamica “Al – Zaytouna” di Comiso/Vittoria. Di rilievo, la collaborazione della comunità islamica di Comiso. La famiglia Tamer è musulmana. Il presidente della comunità Al Zaytouna, Abdelhamid Jebari lavora fianco a fianco con la parrocchia. “Tutti invochiamo la pace, ma bisogna fare gesti concreti di pace”, afferma Jebari. “L’accoglienza della famiglia Tamer è un gesto concreto di bene vissuto nella città di Comiso, un’esperienza bellissima. Ci siamo trovati nella loro casa per condividere il pasto pregando insieme. Per loro la parrocchia cristiana e la comunità islamica sono un punto di riferimento”.

Fonte: Agensir

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