Avvenire di Calabria

Concluse le Giornate Teologiche dedicate all’Intelligenza Artificiale

La libertà teologale e l’etica della responsabilità al centro dei lavori alla Mediterranea

di Redazione Web

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L’appuntamento ha visto relatori monsignor Santoro e la professoressa Tripodi

L’ultimo giorno delle Giornate Teologiche su “Intelligenza Artificiale tra libertà teologale ed etica della responsabilità” ha dato ai partecipanti la possibilità di riflettere su libertà, discernimento ed etica della responsabilità.


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La prof.ssa Maria Tripodi, moderatrice dell’ultima giornata, ha introdotto gli argomenti della mattinata. Sviluppati rispettivamente da mons. Salvatore Santoro e dalla prof.ssa Francesca Crisarà. Ricordando all’assemblea come la tecnologia possa minare l’individuo nella sua libertà personale e spirituale. E come Papa Francesco più volte abbia chiesto che l’AI sia collegata anche a una dimensione etica. E come solo una sana politica possa aiutare a guardare al futuro con speranza e fiducia. (cfr. Discorso di Papa Francesco al G7, 14 giugno 2024).

L'intervento di monsignor Santoro

Mons. Santoro ha trattato nella sua lectio divina “La Libertà dell’uomo nuovo in Cristo e la sua capacità di discernimento”, offrendo una riflessione teologica sull’uomo a cui è affidata l’intelligenza artificiale. Attraverso la Sacra Scrittura ha descritto la grandezza e nello stesso tempo la fragilità dell’uomo e l’importanza dell’incontro-ascolto. Queste due linee ci permettono di definire l’identità dell’uomo che è persona perché è capace di fermarsi, di incontrare, di ascoltare come ha fatto Paolo a Damasco. Seguendo la teologia paolina si riesce a costruire un identikit dell’uomo nuovo di Cristo. È un graziato perché è liberato dal crocefisso risorto. È un chiamato ad esercitare in modo permanentemente libero la sua libertà da qui il suo discernimento nello spirito. È chiamato al servizio reciproco tra fratelli nella costruzione della civiltà dell’amore.

Le parole di Paolo ci indicano la via da seguire, ci esortano a non uniformarci al mondo presente, ma a rinnovare la mente. Perciò bisogna discernere la volontà di Dio, cioè ciò che è buono, ciò che a Lui è gradito. Bisogna uscire dagli schemi e per fare questo ci vuole sempre libertà e coraggio. Imparare a pensare contro corrente, non accontentarsi di pensieri pensati da altri, osare desiderare gli stessi sentimenti che sono di Cristo Gesù, non aver paura di abbandonare. È la fede dell’uomo che sa intus legere, dell’uomo intelligente, dell’uomo che non teme le sfide buone, dell’uomo che cambia, dell’uomo reso nuovo da Cristo Gesù.

Intelligenza Artificiale ed etica della responsabilità

La prof.ssa Francesca Crisarà ha parlato di “Intelligenza Artificiale ed etica della responsabilità”. Dopo un piccolo excursus metodologico per centrare il nodo dell’Intelligenza Artificiale, la riflessione si è spostata sulla responsabilità etica, che in filosofia parte da Socrate e dai sofisti. Ma che ha avuto un suo sviluppo negli anni 70 del 1900 grazie ad Hans Jonas, filosofo tedesco, che nel 1979 elabora l’etica della responsabilità, con la sua opera più conosciuta: Il principio responsabilità
Un'etica per la civiltà tecnologica.

Il pensiero di Jonas

Nel pensiero di Jonas l’etica deve sempre tenere conto del futuro dell’uomo e dell’ambiente per consentire all’uomo del domani di poterne usufruire. La responsabilità quindi si declina in una logica precauzionale: essere noi responsabili pensando agli uomini di domani, perché nello sviluppo tecnologico, allora ed ancor di più oggi, è in gioco non solo il futuro dell’umanità. Ma l’essenza stessa dell’uomo, intesa come interezza ontologica. In Jonas il principio di precauzione è un imperativo categorico, concetto mutuato dal pensiero Kantiano.

Jonas riprende da Lévinas il concetto di asimmetricità della relazione. Ogni relazione, nella sua dualità, è sempre asimmetrica, perché siamo uguali ma diversi: nella sofferenza, nel bisogno, nella discrepanza. Ed è questa asimmetricità che porta a guardare il volto dell’altro per scorgerne una domanda. In questa asimmetricità scatta la responsabilità e la risposta conseguente che resta comunque sempre libera, anche di non assumersi la responsabilità del bisogno dell’altro. Quando nella società cade l’asimmetria delle relazioni e si crea una omogeneizzazione, viene a cadere proprio la responsabilità verso l’altro.

I rischi e le potenzialità dell'Intelligenza Artificiale

Il rischio per l’uomo che pone l’uso della AI è la perdita della creatività, della capacità di giudizio e della performanza della verità. C’è il rischio di una manipolazione originaria causata dall’algoritmo nel momento in cui si decida per una sospensione dell’etica col concreto rischio di influenzare l’agire umano.
L’agire morale, nel perseguire il bene, produce bellezza, e questa deve essere custodita. Siamo tutti chiamati a costruire con saggezza ed a preservare responsabilmente ciò che abbiamo ricevuto in custodia: è una responsabilità che abbiamo nei confronti di tutti gli uomini. Per questo la necessità dell’algoretica come etica di responsabilità nei riguardi del mondo.


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Ha concluso la giornata la Direttrice, professoressa Annarita Ferrato, la quale, dopo aver ringraziato tutti i relatori e moderatori, i presenti e coloro che hanno lavorato alla realizzazione dell’evento, ha concluso queste tre giornate intense e prolifiche con le parole del Pontefice. «In quest’epoca che rischia di essere ricca di tecnica e povera di umanità, la nostra riflessione non può che partire dal cuore umano. Solo dotandoci di uno sguardo spirituale, solo recuperando una sapienza del cuore, possiamo leggere ed interpretare la novità del nostro tempo … La sapienza del cuore è quella virtù che ci permette di tessere insieme il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le altezze e le fragilità, il passato e il futuro, l’io e il noi» (Messaggio di Sua Santità Papa Francesco per la LVIII Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali).

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