Alluvione in Emilia Romagna: card. Zuppi (Cei), “prevenzione e messa in sicurezza non possono restare lettera morta”
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“La morte si presenta davanti a noi come il contrario della vita. Ma essa è solo la penultima parola, perché noi siamo creati per la vita”. Lo ha detto questa mattina mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza – Bisignano, presiedendo la santa Messa nel cimitero comunale di Cosenza. “In questo luogo – ha detto il presule bruzio – vogliamo chiedere al Signore la fede nella speranza della resurrezione, che non riguarda solo il futuro trascendente della nostra vita ma il futuro della nostra umanità”.
Commentando la pericope evangelica del giudizio universale secondo Matteo, mons. Checchinato ha evidenziato che saremo giudicati “se abbiamo investito sul serio in ciò che conta”, perché “il giudizio non si fonda su materie teoriche, ma su dati di fatto concreti”. Infatti “l’esame si baserà su quanto siamo stati capaci di volerci bene, su quanto ci siamo andati incontro gli uni gli altri”. Il presule bruzio ha sottolineato che “la morte ci ricorda la dimensione del limite, cioè che siamo terra”, e per questo “abbiamo bisogno di crescere nella virtù del l’umiltà, di coloro che riconoscono non di essere al centro della vita dell’universo, ma insieme agli altri nella ricerca del bene futuro”.
Fonte: Agensir
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