Avvenire di Calabria

Cambiamenti climatici: Ispi, estate torrida, “più rischi per tutti”. In Italia pesanti ricadute

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


“Quest’anno le temperature nel Mediterraneo hanno raggiunto i livelli massimi mai registrati. Il mare, in particolare, si sta scaldando a un ritmo che è oltre doppio nei confronti del riscaldamento globale (+3 °C vs +1,2 °C rispetto alla media delle temperature preindustriali). Questo significa più rischi per tutti, in Europa e in Italia”. Lo si legge in una ricerca pubblicata oggi da Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale).
“Le ondate di calore si fanno sempre più minacciose. L’anno scorso, tra giugno e settembre le morti attribuibili al caldo sono state oltre 60.000 in Europa, di cui ben 18.000 nella sola Italia: il 30% del totale, anche se gli italiani sono solo il 12% della popolazione europea”. Dal 1980 a oggi, in Europa, “gli eventi climatici avversi hanno causato almeno 560 miliardi di euro di danni. In Italia, ciascun cittadino ha perso 1.500 euro a causa di danni collegati ad alluvioni, uragani, frane, ondate di calore o di freddo. Si tratta di un costo che, seppur lentamente, tende a salire nel tempo, e talvolta raggiunge livelli altissimi. Nel 2021, per esempio, i danni registrati ammontarono a 57 miliardi: oltre 4 volte la media degli ultimi quarant’anni”.
Nello studio si legge ancora: “Talvolta è lo stesso cambiamento climatico a complicare la lotta al cambiamento climatico. A causa di uno dei periodi di peggiore siccità della storia recente, dall’anno scorso l’Italia sta attraversando la più grave crisi della generazione idroelettrica di sempre, con un calo del 37% rispetto ai dieci anni precedenti e che, nel 2023, potrebbe attestarsi su un -28%”. Con il crescere delle divisioni internazionali e delle tensioni tra la Cina e l’Occidente, la cooperazione sul clima “è sempre più a rischio. Fortunatamente, gli sforzi dei singoli Paesi e regioni del mondo per diventare leader tecnologici della transizione verde porta a risultati positivi. Prova ne siano sia il moltiplicarsi degli impegni per raggiungere ‘net zero’ entro il 2050 o 2060, sia la conseguente accelerazione senza precedenti nell’installazione di fonti rinnovabili”.
Segue un preoccupato commento: “sempre più vicino, più tangibile, più spaventoso. Nelle ultime settimane, il cambiamento climatico ha fatto sentire i propri effetti più gravi sulle società umane, alternando ondate di calore e siccità a eventi metereologici estremi e allagamenti. E, nonostante la popolazione mondiale fosse stata avvisata da tempo in maniera incontrovertibile, siamo ancora lontani dal comprendere appieno la portata di questo fenomeno. Che, inevitabilmente, avrà conseguenze economiche, politiche e umane devastanti a livello globale”.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati