Avvenire di Calabria

La mostra dal titolo “Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano” sarà visitabile al Museo reggino fino al 12 gennaio 2025

Da San Casciano a Reggio Calabria, gli altri bronzi che richiamano al MArRC fiumi di turisti

Grande successo già nel primo mese di apertura al pubblico: un'occasione per rilanciare l'immagine della città e della Calabria sul piano turistico e culturale

di Riccardo Liguori

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Fa da volano al turismo culturale calabrese la mostra al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria “Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano”, fruibile fino al 12 gennaio 2025; l’evento più significativo dell’anno che sta destando l’interesse di migliaia di cultori di archeologia e non solo, nel raggiungere e soggiornare nella città dello Stretto. Basti pensare che nell’ultima settimana gli ingressi al Museo sono stati 15mila e negli ultimi 30 giorni i visitatori italiani e stranieri sono stati 40mila, pari a più di un quinto dei reggini.

Bronzi di San Casciano al Museo archeologico di Reggio Calabria, quando cultura e turismo promuovono sviluppo

Il binomio inscindibile cultura-turismo, se ben progettato e proposto, dà i suoi frutti e contribuisce non poco allo sviluppo della nostra terra già ricca di siti archeologici e storici. Siti riproposti nella recente raccolta di sei tomi dei Beni culturali identitari nelle province calabresi, una guida narrata commissionata a studiosi e ricercatori universitari dall’Associazione fra ex consiglieri regionali.


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Associazione che non fa mancare il suo plauso a questa mostra di grande rilevanza nazionale che prima di giungere a Reggio è stata ospitata al Palazzo del Quirinale, come avvenne per i Bronzi di Riace dopo la loro scoperta-restauro per poi essere esposti nel Museo archeologico reggino. La presenza a Reggio dei Bronzi di San Casciano dei Bagni (Si) intende anche creare un “legame culturale”, se non un vero e proprio “gemellaggio” (per la verità già proposto), tra i bronzi calabresi e quelli toscani seppur di epoche e contesti diversi. I primi risalgono al V secolo a.C., di epoca greco- romana, i secondi tra iI III e il I secolo a.C., di epoca etrusco-romana.

Le lunghe file al Museo di Reggio Calabria che fanno ben sperare

Da noi visitata lo scorso 15 agosto (fin dalle prime ore del mattino si era formata una lunga fila di persone all’ingresso del Museo), la Mostra consiste nell’esposizione di 24 statuette, di cui 5 alte quasi un metro, ed altri reperti tra cui ex-voto in bronzo e diverse monete d’oro, d’argento delle oltre 5.000 rinvenute nella campagna di scavi (ancora in corso), presso il sito del santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, facenti parte del cosiddetto “regime delle offerte” della “vasca sacra”.


PER APPROFONDIRE: Calabria, un percorso tra beni culturali e identitari. La “guida” degli ex consiglieri regionali donata al Polo Culturale “Mattia Preti”


Soffermandoci sulle accurate didascalie relative ai reperti e al luogo del loro rinvenimento, il pensiero è andato ai nostri luoghi sacri come il Santuario della Madonna di Lourdes con le sue “piscine d’acqua benedetta” con proprietà spirituali e curative; quest’ultime, a volte, scientificamente inspiegabili. In epoca etrusca e poi romana si fa riferimento alla “fonte sacra” con «all’origine del rito e del culto c’è la sorgente stessa - di acqua calda (42 gradi, n.d.r.) a testimonianza dei suoi benefici terapeutici -, venerata a partire dalla fase più antica tra II e I secolo a.C. come “Fonte”».

Un incontro "storico" a Reggio Calabria

«Le statue in bronzo sono state rinvenute e scavate nel loro contesto originario e questo permette di studiare e ricostruire le storie delle persone che frequentarono l’antico santuario, che dal III secolo a.C. al V secolo d.C. fece dell’acqua termale il suo fulcro. Il racconto di questo centro di ritualità e culto si snoda attraverso il percorso espositivo come un viaggio nel paesaggio delle acque sacre, ma è al contempo un viaggio nelle tappe della più autentica ricerca archeologica ». Così Massimo Osanna, direttore generale Musei del del MiC, intervenendo all’inaugurazione della Mostra, il 5 agosto, che ha visto la partecipazione dei sindaci di Reggio Calabria e di San Casciano dei Bagni, Giuseppe Falcomatà e Agnese Carletti, del direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio, Fabrizio Sudano, e del coordinatore scientifico dello scavo toscano, l’accademico Jacopo Tabolli.

Il direttore Sudano si è detto «onorato di ospitare la mostra dei Bronzi di San Casciano al Museo di Reggio. Già dai primi giorni del mio incarico di direzione al MArRC, nel gennaio 2024, ho voluto fortemente che le due scoperte archeologiche più importanti degli ultimi due secoli - quella dei Bronzi di San Casciano e dei Bronzi di Riace - si incontrassero proprio nel nostro Museo, con l’intento di proporre lo stesso Museo come il luogo simbolo dell’archeologia italiana nel mondo. A cinquant’anni di distanza l’una dall’altra (i Bronzi di Riace furono scoperti nel 1972, ndr), le due scoperte sono sempre al centro dell’attenzione e faranno ancor parlare di sé in futuro».


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Da evidenziare che lo scavo archeologico di San Casciano dei Bagni è stratigrafico portando alla luce, tra il 2022 e il 2023, il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi del Mediterraneo. Si tratta di riproduzioni di parti anatomiche, offerte per chiedere alle divinità la salute o ringraziare di una guarigione, simili ai “ex-voto” cristiani, e statue che raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro o i fedeli dedicanti.

La mostra è stata promossa dal Ministero della Cultura e realizzata dalla Direzione generale Musei del MiC con il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, grazie alla collaborazione tra una pluralità di istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio.

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