Avvenire di Calabria

Antonia Salzano, mamma del giovane beato in questa intervista al nostro giornale condivide con i ragazzi e le ragazze calabresi il messaggio ancora vivo e attuale del figlio

Parla la madre di Carlo Acutis: «Ragazzi, la via della santità esiste: tutti possiamo percorrerla»

L’invito agli adolescenti è seguire sempre i passi di Gesù «Così si può dar senso alla vita»

di Francesco Chindemi

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Vi proponiamo l'intervista esclusiva che la madre del beato Carlo Acutis ha rilasciato al nostro settimanale Avvenire di Calabria, in cui racconta il cammino di fede di suo figlio e il messaggio di speranza per i giovani di oggi. Il numero è uscito in edicola domenica scorsa, e insieme alla lettura potrete ascoltare anche il podcast con la testimonianza di Antonia Salzano.

Beato Carlo Acutis, parla la madre Antonia Salzano

«La vita la valuto come la valutava Carlo: noi siamo pellegrini dell’altro mondo, non di questo mondo. Ci attende una vita meravigliosa e lo scopo di questa vita è amare Dio sopra ogni cosa. Quindi, per me, la vita è questo». Con queste parole, Antonia Salzano, madre del beato Carlo Acutis, riassume la visione della vita che ha condiviso con suo figlio, un giovane che ha fatto dell’amore per Dio il centro della sua pur breve esistenza terrena.



Carlo, con il suo esempio di ragazzo di questo tempo, ha indicato una via di santità percorribile anche per i giovani di oggi. In questa intervista che ha deciso di rilasciarci per condividerla con tanti ragazzi e ragazze calabresi, la madre Antonia Salzano racconta del rapporto speciale di Carlo Acutis con la fede, del suo impegno a trasmettere la bellezza dell’Eucaristia e del messaggio di speranza che suo figlio continua a rivolgere ai giovani.

La mamma custodisce sempre i segreti dei propri figli. Qual era il segreto più prezioso di Carlo?

Il segreto di mio figlio era l’unione forte con Gesù, che era il centro della sua vita e dei suoi pensieri. Se facevamo un viaggio, la prima cosa che faceva Carlo era informarsi sulla Chiesa più vicina per non perdere la Messa e un momento di adorazione. Ha fatto la prima Comunione a sette anni e da allora ha cominciato a frequentare la Messa e a fare l’Adorazione eucaristica tutti i giorni, recitando il Rosario quotidiano fin da quando aveva cinque anni.

👇 Ascolta l'episodio del Podcast Good Morning Calabria con la testimonianza di Antonia Salzano: madre del beato Carlo Acutis🎧

La lettura della Parola di Dio era la sua consolazione. Carlo aveva un rapporto privilegiato con Gesù, soprattutto attraverso l’Eucaristia, che ha trasfigurato la sua vita rendendolo un testimone autentico. Anche in vita era apprezzato e amato. Il segreto del suo fascino stava nella presenza di Dio dentro di lui. Come accade con persone molto vicine a Dio, si percepisce che c’è qualcosa di speciale.

Carlo è riuscito, nel suo cammino terreno, a stare al passo di Gesù, ma era anche un adolescente del nostro tempo, connesso con la realtà dei ragazzi di oggi. Cosa direbbe oggi a loro?

Carlo ha realizzato anche delle mostre, come quella sui Miracoli eucaristici, consapevole che il problema più grande era la fede, soprattutto tra i giovani, che spesso non hanno consapevolezza della vita eterna e di Dio. La vita è una cosa seria, diceva Carlo: «Ogni minuto che passa è un minuto in meno per santificarci ». Il tempo è un dono da valorizzare per l’eternità. Non importa quanto successo si possa avere: quello che conta è amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi. Penso che Carlo direbbe ai giovani: «Il tempo che vi è dato qui è un tempo speciale, imparare ad amare Dio adesso è fondamentale per la vita eterna. Quello che conta davvero non è la vita terrena, ma quella eterna».

Un messaggio che sembra quanto mai attuale, considerando i fatti di cronaca che coinvolgono i giovani di oggi...

Noi siamo stati creati per Dio, per vivere accanto a Lui. Se non abbiamo questo rapporto, anche con tutti i mezzi e i piaceri del mondo, sentiremo sempre un vuoto. Spesso desideriamo con tutto il cuore cose materiali, che però dopo un po’ non ci appagano più. Lo stesso vale per i giovani che si appassionano a una canzone o a un oggetto, ma poi si stancano. L’unica cosa che ci può appagare davvero è desiderare Dio. La mancanza di Dio, la mancanza di prospettive per la vita eterna, può portare a vuoti profondi. 


PER APPROFONDIRE: Carlo Acutis: mons. Sorrentino (Assisi): «sarà santo, la nostra Chiesa è in festa»


Molti giovani soffrono di depressione senza rendersene conto. In generale, l’uomo di oggi, senza Dio, sente che manca qualcosa. Non sempre è una depressione conclamata, ma è comunque un problema. Senza Dio, possono emergere fatti esasperati. Inoltre, come dice san Paolo, «la nostra battaglia non è con questo mondo, ma con i principati e le potestà», ossia anche con le influenze nefaste del demonio. Molte musiche che oggi incitano a droga, alcol, così come la pornografia su internet sono strumenti che il demonio utilizza, e molti giovani ne rimangono vittime. Avere una prospettiva aiuta.

Cosa si prova a essere la madre di un ragazzo considerato già un santo e che sarà canonizzato proprio durante il Giubileo?

Essere la madre di un ragazzo considerato santo è un’esperienza particolare. Come tutte le mamme, per me ogni figlio è speciale. Ognuno è chiamato a essere santo, unico e irripetibile, come Dio ci ha creati. Carlo è un segno di speranza per tanti giovani, ma il suo messaggio è chiaro: «Anche voi siete chiamati a fare lo stesso, anche voi siete chiamati a cose grandi». Vedere come il Signore agisce attraverso Carlo è stato per me una testimonianza di grazia.

I santi ci richiamano all’essenzialità: porre Dio al primo posto nella nostra vita. Diceva Carlo: «La conversione non è un processo di aggiunta, ma di sottrazione: meno io per lasciare spazio a Dio». Abbiamo bisogno di essere vicini a Dio per portare frutto, come nella parabola del tralcio e della vite: senza Dio non possiamo fare nulla. Il Giubileo è un’occasione per rinforzare il nostro legame con Dio, che è la nostra salvezza e la nostra felicità.

Chi è Carlo Acutis

Carlo Acutis è nato il 3 maggio 1991 a Londra e cresciuto a Milano. È noto per la sua grande fede e per aver utilizzato la tecnologia per diffondere il messaggio del Vangelo. Carlo, ragazzo del XXI secolo, testimone “digitale” dal cuore aperto agli ultimi, rappresenta una voce profetica per i suoi tanti coetanei ai quali continua a chiedere di «essere originali, non fotocopie» nella vita. Morto di leucemia fulminante il 12 ottobre 2006, a soli 15 anni, il suo corpo fu sepolto ad Assisi, una città a lui molto cara. Nel 2020, Carlo è stato beatificato ed è spesso indicato come un modello di santità per la gioventù contemporanea, specialmente per il suo impegno nell’evangelizzazione attraverso i new media.

Carlo rappresenta un modello di vita e fede anche per molti giovani calabresi che si rivolgono a lui in preghiera. In Calabria, presso la Basilica Santuario dell’Eremo di Reggio Calabria, «casa» della patrona Madonna della Consolazione, spicca nella navata di sinistra una gigantografia del giovane beato. Come spiega fra Pietro Ammendola, parroco e rettore del santuario: «Lui è sepolto nel Santuario della Spoliazione ad Assisi, retto dai Frati Cappuccini. Quel luogo si avvicina molto alla nostra spiritualità, ecco il perché custodiamo anche qui la sua immagine».

Il 12 ottobre, giorno della sua nascita, si celebra la memoria liturgica di Carlo Acutis, momento particolarmente sentito tra i giovani di tutto il mondo, che si preparano a vivere un altro evento importante legato alla devozione del giovane beato.

Indipendentemente dal miracolo a lui attribuito, in tanti già lo considerano un santo, vicino ai nostri giorni, soprattutto per la vicinanza del modo di pensare agli adolescenti di oggi, per l’uso che già faceva delle nuove tecnologie e dei social, nel breve ma intenso periodo di vita terrena. Carlo, infatti, aveva compreso il potenziale dei new media anche in chiave evangelica, al punto di essere stato ribattezzato l’influencer di Dio e il primo missionario digitale.

L'elevazione durante il Giubileo 2025?

Nel Concistoro ordinario pubblico dello scorso primo luglio, presieduto da papa Francesco nella Sala del Palazzo apostolico vaticano, è stato annunciato che la sua canonizzazione avverrà a breve, seppur sarà fissata «in data da destinarsi».



Sebbene il suo nome figuri tra quelli dei beati che saranno iscritti all’albo dei santi il prossimo 20 ottobre, durante la celebrazione del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, tuttavia, probabilmente Carlo Acutis sarà canonizzato in un’altra data nel corso dell’Anno giubilare. Momento che richiamerà migliaia di fedeli da tutto il mondo, consolidando ulteriormente il legame tra Carlo Acutis e le giovani generazioni. Ciò che è certo è che l’attesa per la canonizzazione di Carlo Acutis si intreccia con un periodo importante per la Chiesa, quello sinodale che accompagna al Giubileo del nuovo anno.

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