Avvenire di Calabria

Il Comune dello Stretto ha recentemente aderito a un bando dell’Agenzia dei beni confiscati per acquisire altri immobili sottratti i clan

Reggio Calabria, le case confiscate ai boss diventano alloggi per famiglie bisognose

Il vice sindaco con delega all’Erp Paolo Brunetti assicura: «L’ente continua a investire sul diritto alla casa guardando anche ad altre soluzioni»

di Francesco Chindemi

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Il Comune di Reggio Calabria ha recentemente aderito a un bando dell’Agenzia dei beni confiscati per acquisire altri immobili e case sottratti ai boss, da destinare ad alloggi popolari.

Alloggi popolari nelle case dei boss a Reggio Calabria: parla il vicesindaco Brunetti

Il comune di Reggio Calabria cerca di superare l’emergenza abitativa utilizzando gli immobili sottratti alla criminalità organizzata È, tuttavia, solo uno tra gli interventi previsti per fronteggiare lo storico problema delle assegnazioni per le famiglie bisognose della città. Ce ne parla il vice sindaco con delega alle politiche della casa, Paolo Brunetti.

Dai beni confiscati potrebbe giungere una risposta per far fronte all’emergenza abitativa. In che modo?

I beni confiscati contribuiscono certamente a fronteggiare l’emergenza abitativa, ma non rappresentano una soluzione esaustiva. L’emergenza abitativa dovrebbe essere temporanea, ai sensi dell’articolo 31 della legge regionale 32 del 1996, e le assegnazioni non possono durare più di due anni. Tuttavia, la legislazione regionale consente a chi possiede un titolo scaduto, rispettando determinati requisiti, di ottenere una regolarizzazione. Ciò porta spesso alla mancanza di rotazione degli alloggi, in quanto gli assegnatari provvisori diventano di fatto assegnatari permanenti.



C’è da dire, inoltre, che a Reggio Calabria l’emergenza abitativa sta diventato cronica, a causa delle difficoltà economiche di molte famiglie. Perciò, l’uso dei beni confiscati non basta: servono altre strategie come il rafforzamento delle politiche di welfare e la promozione di politiche di formazione e lavoro, per aiutare le famiglie a uscire gradualmente da situazioni di disagio economico. Aspetti su cui stiamo lavorando.

Ci sono beni confiscati già pronti a fornire risposte immediate?

I beni confiscati entrati nel patrimonio indisponibile del Comune non sono tutti immediatamente utilizzabili. Molti richiedono interventi di manutenzione straordinaria, soprattutto quelli in stato rustico, che necessitano di ingenti risorse economiche. Inoltre, alcuni immobili sono abusivi e richiedono adeguamenti urbanistici, e in certi casi le gravi carenze strutturali rendono difficile il loro utilizzo a fini abitativi.

Dove si trovano e quanti sono questi beni? Come intende utilizzarli il Comune per fronteggiare l’emergenza?

Dall’elenco aggiornato dei beni confiscati entrati nella disponibilità del comune, visionabile da tutti e regolarmente pubblicato nella sezione Amministrazione Trasparente del sito istituzionale dell’ente, emerge che i beni destinati ad uso abitativo si trovano principalmente nelle aree periferiche e molti di essi richiedono importanti lavori di ristrutturazione. Alcuni sono già stati assegnati, mentre altri sono stati inseriti nei programmi di recupero abitativo attraverso linee di finanziamento esterne per poterli valorizzare e renderli funzionali.


PER APPROFONDIRE: Beni confiscati, ecco chi li gestisce in Calabria


Un esempio è il recupero dell’edificio confiscato in via Spirito Santo che la nostra amministrazione, con la delibera 223 approvata il 7 novembre 2017 dalla giunta comunale, ha inserito nel programma di riqualificazione per scopi abitativi. Lì i lavori sono già in corso.

Questo tipo di operazioni è sufficiente per compensare l’attuale fabbisogno abitativo? Quali altre misure sono necessarie?

Come già detto, l’utilizzo dei beni confiscati non è sufficiente a risolvere l’emergenza abitativa. Le criticità urbanistiche e strutturali rendono necessarie altre misure, come il rafforzamento delle politiche di welfare, formazione e lavoro, che consentano alle famiglie di uscire gradualmente dal disagio economico.

Come si sta affrontando la questione degli assegnatari storici, alla luce di quanto emerso dai tavoli prefettizi?

L’emergenza abitativa dovrebbe essere temporanea, ma spesso le assegnazioni diventano definitive grazie alla regolarizzazione prevista dalla L.R. 1995 N. 8. La maggior parte degli assegnatari storici ha ottenuto la regolarizzazione del rapporto locatizio. Tuttavia, per quanto riguarda i beni confiscati, la regolarizzazione riguarda solo il contratto di locazione, senza implicare la possibilità di alienare l’immobile, che rimane indisponibile per legge.

Ben 20 alloggi popolari nell’edificio dei Clan

A metà gennaio di quest’anno sono iniziati i lavori di ristrutturazione presso un immobile confiscato alla ‘ndrangheta, situato in località Spirito Santo a Reggio Calabria (in foto). L’edificio, un tempo nelle mani della criminalità organizzata, sarà trasformato in venti nuovi alloggi destinati all’edilizia residenziale pubblica, andando così ad arricchire il patrimonio comunale.



Questo progetto è una risposta significativa all’emergenza abitativa che la città sta affrontando, fornendo case a chi ne ha più bisogno. L’intervento, finanziato dallo Stato attraverso il Pon Legalità per un valore di circa due milioni e mezzo di euro, rappresenta un passo importante nella riqualificazione urbana e sociale, il messaggio legato a questa operazione.

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