Avvenire di Calabria

Sia la Zona Fata Morgana che la Zona Terra del Bergamotto hanno tenuto i loro incontri primaverili

Agesci, doppio incontro zonale nella diocesi di Reggio-Bova

Redazione Web

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Percorsi valoriali territoriali, passi che cercano di spingersi oltre, braccia aperte pronte ad accogliere nuove esperienze, occhi, orecchie attenti al compagno di strada: tutto questo è Katanoein, il progetto che la Zona Fata Morgana Agesci ha posto in essere, per cercare di porre al centro del proprio percorso il “prestare attenzione”, un vedere oltre all’immediata apparenza. Con questo spirito, dunque, la Zona il 24 marzo scorso ha vissuto la sua Assemblea primaverile nel centro diurno della parrocchia di Arghillà, che ha accolto i capi partecipanti tramite la voce del suo parroco, Don Nino Iannò e dei suoi parrocchiani. Saper scorgere e condividere le positività dei vari gruppi è stato l'obiettivo di questo evento, un esercizio di condivisione delle buone prassi cercato e voluto da tutti i capi nel momento in cui sono stati fissati i capisaldi del Progetto di Zona; Domenica, questo obiettivo si è concretizzato. "Mossi dal bisogno di raccontare e condividere i percorsi individuati e vissuti con passione e coraggio dalle Comunità Capi della zona, abbiamo ascoltato le buone prassi dei vari gruppi, percependo i timori vissuti nel tracciare nuovi sentieri, ma soprattutto il desiderio di offrire un servizio migliore" riferiscono dal Comitato di Zona. Un’Assemblea come un coro di voci, diverse ma assonanti, una musica di positività. È stata una giornata bella, della bellezza che si riconosce nella semplicità e nel clima fraterno, vissuto con gioia. Dai tirocinanti che hanno mostrato le positività del servizio associativo dei primi passi al contagio dell'entusiasmo dei 9 ragazzi pronti ad attraversare i ponti, che li condurranno, l'estate prossima, nel West Virginia USA, al 24°Jamboree, raduno mondiale dei giovani scout. L'assemblea si è conclusa con la tradizionale Gara di Cucina tra Comunità Capi e con il saluto finale, questa volta guidati da un’insegnante di yoga della Risata e dalle parole di BP: “Ridete più che potete, perché questo vi farà bene: quindi ogni volta che avete occasione di farvi una buona risata, fatevela”.  

Con un gioco, invece, è iniziata l’Assemblea della Zona Terra del Bergamotto Agesci proprio come diceva il nostro fondatore B.P. “Tutto con il gioco ..niente per gioco”…ed è stato così che i capi della zona hanno risposto alla proposta  di presentare giocando il modo di intendere la “Progettualità”. Nel cortile del Seminario Arcivescovile Pio XI, che ci ha amichevolmente ospitato nella persona del rettore don Sasà Santoro, abbiamo avuto modo di assistere ad un carosello di piramidi, alberi, torri, navi, ponti formati dai capi che, in equilibrio più o meno stabile, hanno reso in maniera divertente la propria visione di Progettualità. Ed è proprio il gioco che ha saputo introdurci in un clima di gioviale condivisione dentro il tema portante della nostra Assemblea richiamante uno degli ambiti del nostro Progetto di Zona,  ossia la Progettualità. Ad entrare nel cuore della riflessione ci ha sapientemente aiutati Don Sasà. Non è stato difficile, attraverso il narrare di un amico, comprendere quanto nel difficile mestiere di educare sia importante una progettualità che nasce dalla capacità di porre le domande giuste senza l’impazienza di ottenere subito le risposte; partendo dal perché della scelta di servizio, ha portato tutti a comprendere quanto sia importante instaurare un giusto rapporto con il tempo, sapendo intersecare “presente”, ”futuro”, “passato” invertendoli  volutamente. E’ nel presente, infatti, che occorre imparare a progettare la propria vita; nel futuro, invece, si realizza ciò che oggi si progetta; mentre dal passato, dal nostro ieri si devono recuperare esperienze, conoscenze, desideri. Occorre saper essere “profetici” nella capacità di progettare, riuscendo ad andare avanti senza cadere nella “trappola” di voltarsi indietro lasciandosi prendere da una nostalgia foriera di inutili lamentele. Saper progettare ci fa essere aperti al desiderio di crescere e di far crescere, di saper vedere cose nuove andando oltre, sperimentando la gioia di esseri messi in discussione, non solo di “mettersi” in discussione, risalendo sempre la china dell’Amore, di quell’Amore grande che Dio ci ha donato e senza il quale accettare di essere messo in discussione. Esiste un ponte tra relazione e progettualità e tra progettualità e fede. E’ un Dio che non consente di arrenderci perché ci insegna che esiste “Una speranza affidabile” che, a prescindere dai nostri limiti e dal nostro peccato, ci dona ogni giorno l’ “Infinita pazienza di ricominciare”.

 
Mariangela Facciola e Carmelina Principato

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