La Congregazione nata dal carisma del sacerdote e santo reggino aprono le porte della loro "casa"
Suore Veroniche del Volto Santo: «Noi figlie di San Gaetano Catanoso»
Le religiose continuano ad operare al servizio del prossimi e dei poveri anche in spirito secondo il carisma ricevuto in dote dal loro fondatore
di Francesco Chindemi
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Aiutare il prossimo e i sofferenti ma anche i poveri in spirito, è quanto ha chiesto loro di fare il santo reggino che le volle: le suore Veroniche del Volto Santo aprono le porte della loro “casa”. Conosciamo la Congregazione nata dal carisma di padre Catanoso.
«Signore mostraci il tuo volto e saremo salvi». È la frase che era anche il saluto del piccolo, santo prete di Chorio di San Lorenzo, padre Gaetano Catanoso. Una frase che suona, ancora oggi, come “benvenuto” per quanti raggiungono il luogo sacro, così tanto desiderato e voluto dal sacerdote, che sorge lungo la via Andiloro, nella zona alta a ridosso del centro storico di Reggio Calabria e a pochi passi dallo svincolo di “Spirito Santo” del raccordo autostradale.
La frase che campeggia sulla facciata del santuario dedicato al Volto Santo e che richiama al Salmo 26, «ci aiuta a cogliere la grande spiritualità eucaristica e mariana del nostro fondatore», ci dice suor Daniela Maesano, una delle tante “figlie” di San Gaetano Catanoso. (Qui puoi vedere il video)
Accanto al santuario, sorge la Casa generalizia delle Suore Veroniche del Volto Santo, la congregazione fondata dallo stesso Santo presbitero reggino il 2 dicembre del 1934. «Parroco - ricorda suor Daniela - che per lunghi anni ha vissuto la sua esperienza sacerdotale in paesi sperduti dell’Aspromonte, dove ha maturato l’idea di fondare la nostra congregazione, con lo scopo di aiutare gli altri».
Insieme a suor Daniela, ci accoglie anche suor Maria Gilda Gasparone. La religiosa ha conosciuto padre Gaetano Catanoso quando era ancora ragazza. «Ho avuto la fortuna di stargli accanto e aiutarlo quando aveva bisogno», racconta mostrandoci la stanza in cui il sacerdote ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. Ci indica il piccolo letto, ma anche la scrivania e l’inginocchiatoio sul quale faceva accomodare gli ospiti. Tutto è rimasto così com’era, ancora oggi affidato alle cure delle suore.
«Qui - racconta suor Maria Gilda - riceveva persone che venivano a parlare con lui: sacerdoti, vescovi o genitori che chiedevano benedizioni e preghiere per i loro bambini. In molti raggiungevano il santuario, riconoscendo al nostro fondatore già doti di santità quando era ancora in vita», aggiunge suor Maria Gilda. Suor Daniela Maesano è stata anche vice postulatrice della causa di canonizzazione del Santo: «circostanza che mi ha affascinato molto e che ho ritenuto un vero e proprio miracolo di padre Catanoso», racconta felice.
«Il nostro istituto religioso – aggiunge suor Daniela - rispecchia il carisma e la spiritualità di San Gaetano Catanoso. Lui ha cercato la spiritualità nel volto dell’uomo». Un’intuizione, rispetto alla quale, padre Gaetano «non ha sbagliato, perché i volti degli uomini - ancora la religiosa - li incontriamo spesso lungo il nostro cammino. Cambiano i tempi, ma il volto sofferente di Gesù si manifesta sempre allo stesso modo».
«San Gaetano Catanoso - aggiunge suor Daniela - voleva che proprio come la Veronica sulla strada del Calvario, noi suore asciugassimo il “Volto” di tutti i fratelli che incontriamo sulla nostra strada. Ecco cosa lui ancora ci chiede di fare: continuare ad essere presenza, mettendo in pratica il carisma della prossimità che ci ha trasmesso e che ancora resiste nel tempo. Noi figlie di San Catanoso ci sforziamo di metterlo in pratica ovunque siamo chiamate a farlo».
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