Avvenire di Calabria

È stato ordinato sabato 23 giugno nella Cattedrale di Reggio Calabria per imposizione delle mani e preghiera consacratoria del vescovo Morrone

Il nuovo sacerdote don Lorenzo Tortorella si racconta: «Servire, emozione e sfida»

Il novello presbitero ci racconta con quali stati d’animo ha affrontato l’iter di preparazione alla celebrazione di ordinazione

di Davide Imeneo

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

La comunità diocesana di Reggio Calabria - Bova accoglie con gioia don Lorenzo Tortorella, ordinato sacerdote sabato sera.

Don Lorenzo Tortorella è sacerdote: l'emozione e la gioia condivise con la Chiesa reggina e la comunità del Seminario Pio XI

Sabato 22 giugno, nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, il giovane Lorenzo Tortorella è stato ordinato sacerdote attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Fortunato Morrone. Ha concelebrato anche l’arcivescovo Flavio Pace, segretario del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani.


Adesso siamo anche suWhatsAppnon perdere i nostri aggiornamenti: VAI AL CANALE


Il novello presbitero ha compiuto il cammino di formazione presso il Seminario arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria ed è originario della Parrocchia Protopapale “Santa Maria della Cattolica dei Greci” della Città dello Stretto.


PER APPROFONDIRE: Il nuovo diacono Lorenzo Tortorella si racconta: «Che gioia seguire le orme di Gesù»


Ieri (domenica 23 giugno), il giovane presbitero reggino ha celebrato per la prima volta la Santa Messa nella sua comunità parrocchiale di provenienza. È stato un momento di profonda emozione, condiviso con amici e familiari, oltre che con l'intera Chiesa reggina e la famiglia del Seminario Pio XI, che segna l’inizio di un nuovo capitolo nel suo cammino di fede e servizio. Don Lorenzo condivide con noi i suoi sentimenti e le sfide che lo attendono.

Puoi raccontarci con quali sentimenti e con quali emozioni hai vissuto questa settimana particolarissima per te?

Mi sono avvicinato al giorno della mia ordinazione presbiterale pieno di emozioni e sentimenti, in particolare una grande gioia che mi deriva dalla certezza che ho maturato in anni di Seminario.

Don Lorenzo Tortorella alla Veglia di preghiera il Seminario, alla vigilia dell'ordinazione in Cattedrale

Al di là di ogni merito che chiaramente davanti a un ministero così grande non può esistere, sento di essere stato chiamato e di aver risposto con tutto ciò che ho potuto a questa chiamata, e quindi di stare al posto che il Signore ha scelto per me. Insieme a lui voglio vivere e percorrere questo cammino. Sono certo di essere in questo cammino.

Quali sono i “grazie” più importanti che ti vengono in mente, soprattutto ripensando al cammino compiuto negli ultimi anni di formazione e discernimento?

I grazie che mi vengono in mente sono tanti e probabilmente troppi per essere contenuti in un’intervista. Il primo è certamente al Signore per non avermi mai fatto mancare i segni della sua presenza al mio fianco e la conferma della mia chiamata al suo servizio. Gli altri grazie vanno alla mia famiglia, in particolare a mio padre che non c’è più. Il suo amore per me mi accompagna ancora oggi. Poi ci sono mamma, mia sorella e mio fratello. Un grazie va anche alle équipe formative, che mi hanno accompagnato durante il mio cammino in Seminario: la prima con don Sasà Rettore e la seconda con don Nino Pangallo.

In che modo è cresciuta la tua spiritualità e la tua consapevolezza della fede durante il percorso in Seminario?

Mi rendo conto oggi che sono entrato in Seminario con meno consapevolezza e un pizzico di incoscienza, utile per affrontare percorsi significativi. Sapere tutto in anticipo potrebbe far emergere paura e dubbi. Ora ho molta più consapevolezza del ministero, pur essendo un mistero che va oltre la comprensione. Anche la mia fede è cresciuta grazie al cammino in Seminario. Il percorso spirituale di preghiera, quello umano e quello teologico sono stati fondamentali mi hanno aiutato a comprendere meglio la fede. Studiando alcune materie, ricordo che subito dopo andavo in cappella per approfondire spiritualmente il mistero che avevo appreso.

Quali sono, secondo te, le sfide più importanti a cui è chiamato un sacerdote nel mondo di oggi?

Credo che le sfide più importanti siano due. La prima è una sfida di esemplarità: vivere ciò che si insegna, dare l’esempio, essere i primi a mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo. La seconda sfida è di coraggio: andare controtendenza rispetto a un mondo che ci dice altro rispetto al Vangelo. Nonostante la disapprovazione, è necessario portare il messaggio nella verità richiesta da Cristo, con delicatezza e senza presunzione. Bisogna essere autentici e coraggiosi nel trasmettere la parola del Vangelo.

Ci sono dei consigli che vuoi affidare a chi oggi si sta interrogando su una eventuale chiamata al sacerdozio?

Il mio consiglio è di fidarsi prima di tutto di Dio, che parla al proprio cuore. Non pensare sempre che ciò che passa nella propria testa e nel proprio cuore sia un’illusione, ma mettersi in gioco rispetto alla possibilità concreta che Dio stia parlando alla propria vita. Non correre convinti di aver capito tutto della propria vita, ma fermarsi, prendersi un tempo, farsi aiutare e seguire da un padre spirituale, da una persona più grande, da una figura sacerdotale che possa guidare e indirizzare.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Lasciarsi guidare in questo cammino che, se autentico, è bellissimo, certamente non facile - come ogni cammino. Lasciarsi provocare da questa chiamata, lasciarsi guidare da una figura più grande e più esperta, ma non sotterrare questa chiamata in fondo al cuore. Avere il coraggio di prenderla per quella che è: una chiamata.

Articoli Correlati