Avvenire di Calabria

Giornata di festa per la Chiesa reggina e calabrese: oggi si celebra la memoria liturgica di San Gaetano Catanoso

San Gaetano Catanoso, il santo confessore dei reggini

Il prete santo di Reggio fondò l'ordine delle Suore veroniche del Volto Santo che ancor oggi portano avanti il suo carisma

di Redazione Web

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Giornata di festa per la Chiesa reggina e calabrese: oggi si celebra la memoria liturgica di San Gaetano Catanoso. Il prete santo di Reggio fondò l'ordine delle Suore veroniche del Volto Santo che ancor oggi portano avanti il suo carisma.

Oggi la Chiesa festeggia San Gaetano Catanoso

Il 20 settembre la Chiesa fa memoria del primo sacerdote calabrese santificato: Padre Gaetano Catanoso, (Chorio, 14.02.1879- Reggio Calabria, 4.04.1963). Padre Catanoso ha dedicato i suoi giorni al servizio del Signore, mite e umile, un sacerdote “secondo il cuore di Dio”.

“In Domino Deo Gratias” questo era il suo motto. Il suo sorriso, il suo zelo, la sua carità lo hanno reso testimone autentico del Vangelo, anche durante gli anni difficili della guerra, pronto sempre a consolare e compatire il prossimo. 


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Ha vissuto in piena obbedienza alla Chiesa e in povertà in modo tale da potersi mettere alla sequela di Cristo. Padre Catanoso teneva sempre tra le mani il gioiello più prezioso: il Rosario, era pazzo di Gesù e un innamorato della Madre Celeste.

L'intuizione delle Veroniche del Volto Santo

Papa Gregorio XVI nel 1843 aveva istituito l’Opera della Riparazione per i peccati della bestemmia e profanazione delle festività, era il periodo delle apparizioni della Madonna de La Salette, al contempo sorgeva l’Arciconfraternita di Tours (Francia), alla quale Padre Gaetano nel 1918 aveva aderito divenendo così “Missionario del Volto Santo” ripeteva sempre: “Mostraci, Signore il tuo volto e saremo salvi”. È stato un tabernacolo vivente, contemplava il sofferente Volto del Signore.

Ha fondato nel 1934 l’ordine “Figlie di S. Veronica” queste suore si ispirano alla giovane Rut, la Bibbia narra che ella raccoglieva le piccole spighe di grano che i mietitori tralasciavano, la missione di queste religiose è aiutare i più bisognosi, laddove gli altri non arrivano. 


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Il “poverello reggino” è stato un asceta dei nostri tempi, la sua volontà è stata quella di asciugare come la Veronica, il viso di Gesù, ella ha compiuto tale gesto durante la salita del Calvario e Padre Catanoso lo fece durante il suo pellegrinaggio in terra verso i più deboli e con la penitenza.

Il Volto sanguinante di Cristo, lo si ritrova in quello di tutti fratelli sofferenti che sono il corpo mistico del Signore stesso, per riprendere quella bellissima espressione paolina “..il corpo..ha molte membra e tutte le membra…sono un corpo solo..”(1Cor 12).

Servo della diocesi reggina

Parroco di Pentidattilo e della chiesa della Candelora, fu anche cappellano delle carceri e dell'ospedale, padre spirituale del Seminario diocesano, canonico penitenziere della Cattedrale; promosse e sostenne iniziative per le vocazioni ecclesiastiche


PER APPROFONDIRE: Candelora, benedetto un busto dedicato a San Gaetano Catanoso


Monsignor Denisi: «Luminoso nella semplicità»

Il Decano del Capitolo della Cattedrale, monsignor Antonino Denisi scrive di lui: «San Gaetano Catanoso era un prete “diverso”. Diverso e straordinario perché luminoso nella sua semplicità, povertà e carità. Un prete che tutti identificavano col volto di Cristo, pronto sempre a incontrare gli emarginati, i vinti della vita, a consolare i piccoli, gli orfani, i devastati dalle privazioni; a riguadagnare a Cristo e a sé stessi i peccatori, i più poveri tra i poveri».

«Ogni sua parola, ogni suo pensiero, - aggiunge Denisi - le sue esortazioni non furono mai un puro esercizio mentale, una riproduzione concettuale o teorica, staccata dalla sua vita quotidiana, ma furono azione messa in opera, come gli suggeriva la parola di Dio, da lui bene assimilata. In questo aveva già anticipato le affermazioni di oggi di Papa Francesco. Tutti spontaneamente lo chiamavano Padre, quasi carisma personale a lui concesso da Dio, Padre Nostro».

«La sua spiritualità sacerdotale trovava l’ispirazione per il suo apostolato, nell’Eucaristia. Pietà eucaristica che identificava con quella del Volto Santo. Diceva: "Se vogliamo adorare il volto reale di Gesù, non la sola immagine, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia". E allargando lo sguardo aggiungeva: "Gesù ha bisogno oggi di molte Veroniche per i peccati di bestemmia e per i sacrilegi, e di molti Cirenei per la croce sempre più pesante dei più poveri senza conforto e senza aiuto"» conclude il Decano..

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